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Di Rav Alberto Sermoneta

Anche questo Shabbat leggeremo due parashot: nella prima si tratta della santità del Cohen gadol e del culto che soltanto lui poteva svolgere nel Bet ha Mikdash; soprattutto della condizione di keshushà e della taharà che doveva tenere, proprio perché era il simbolo del popolo. Nell'altra si tratta invece della kedushà e della taharà, che il popolo - essendo am Israel - doveva tenere: "kedoshìm tihjù siate santi". 

La santità e la purità che, sia il Cohen gadol che il popolo, devono tenere, non deriva da una vita spirutale particolare, bensì dal comportamento continuo nel modo di vita.
È kadosh chi sa tenere un comportamento che lo faccia distinguere e che lo renda esemplare rispetto agli altri, attraverso gesti semplici, ma che procurino a tutti gli altri dei benefici.
Se i Cohanim erano considerati "kadosh" perché erano a capo del popolo, il popolo di Israele è chiamato "kadosh" perché la sua funzione è particolarmente sacra in mezzo a tutti gli altri popoli. 

Shabbat Shalom