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La Comunità Ebraica di Bologna dal 1938 al 1943
di Lucio Pardo


Il diritto ed il dovere di istruirsi

Presso l’archivio della Comunità ebraica di Bologna, si trova una lettera vergata sulla carta autarchica che c’era durante la guerra, scritta con un pennino, intinto nel calamaio che non tratteneva neanche l’inchiostro.

Datata Bologna 10/11/1945, ed indirizzata al Chiarissimo professor Ferruccio Pardo, Preside del Regio Istituto Magistrale Principessa di Napoli di Reggio Emilia, testualmente recita:
“Chiarissimo Professore,
La Sua lettera, cortese mi è giunta graditissima e La ringrazio vivamente per le benevole espressioni a mio riguardo per quanto io feci a favore della scuola ebraica di Bologna che, con l’aiuto di Dio, noi volemmo istituire e potemmo mantenere perché non fosse tolto ai nostri figli quel diritto e quel dovere di istruirsi che le infami leggi fasciste negavano loro. Ma se quest’istruzione che ci fu tanta cara poté avere vita e prosperare, anche in momenti veramente difficili, lo dovemmo, in gran parte, alla Sua intelligente e preziosa direzione, alla fede che anche in Lei mai venne meno pur quando sembrava che, nonostante tutta la nostra buona volontà ed i nostri sforzi, la scuola non potesse più sostenersi. E se, infiniti e quanto mai penosi sono i ricordi dei passati terribili anni di persecuzione razziale, quello della scuola Ebraica bolognese ci resti nella memoria e nel cuore come cosa cara e gradita.
Sappia, Egregio Professore che tutti i suoi giovani allievi, ritornati oggi alle scuole governative, La ricordano con sincero affetto e con gratitudine e pensano con nostalgia alla loro piccola, cara scuola ebraica che li teneva uniti nella comune ribellione all’infame persecuzione, mentre cementava fra loro un’amicizia forte e sincera, perché mantenuta e vivificata alla fede d’Israele.

Le contraccambio auguri e cordiali saluti anche alla gentile di lei signora.”

Devotissimo Beppino Zuckerman.


Questa lettera riassume cinque anni di gestione della scuola media e media superiore ebraica di Bologna.

La porta sbarrata
Quando, nel settembre del 1938, gli alunni ebrei si trovarono le porte delle scuole medie e medie superiori sbarrate, ed i docenti ebrei furono” dispensati dal servizio”
si creò per entrambi una situazione difficilissima.
Era evidente che una quarantina di ragazzi ebrei ( oltre ai trentasei ragazzi indicati nell’elenco allievi del 1938-39 si dovrebbero considerare quelli entrati negli anni successivi fra i quali Angelo Cividali, Giancarlo Sacerdoti, Sergio Segre, Mirella Zuckerman), già studenti delle scuole medie e medie superiori, non potevano mantenere una scuola pluriclassi che spaziava dalla scuola media e media superiore (ginnasio) all’istituto tecnico ed all’Istituto Magistrale per un insieme di undici docenti ordinari 1], già di ruolo nelle scuole pubbliche, oltre a tutti quelli per altre materie obbligatorie quali disegno, educazione fisica, lavori manuali ecc.
Il Consiglio fece presente all’Assemblea Comunitaria l’impossibilità, sul piano economico, di mantenere una scuola del genere con le sole rette scolastiche. E difatti, l’impresa, con i costi di mercato, sarebbe stata impossibile. Ma i genitori la vollero ugualmente e s’imposero, i professori si accontentarono di quanto poteva essere reperito. Si afferma che Mario Finzi, quando fu anche lui insegnante, non si facesse pagare le lezioni-


Non è stato possibile trovare agli atti il Verbale di quell’Assemblea ed il piano finanziario della scuola da istituire.

Si è ritrovato il decreto d’apertura della scuola, che così recita:
“Il R: Provveditore agli Studi di Bologna
Vista la domanda 21 novembre 1938, XVII con la quale la Comunità Israelitica, chiede l’autorizzazione all’apertura alla scuola media Ebraica, nei locali di via Gombruti 19, veduti i documenti allegati, eseguita la vista ai locali, veduto che il numero degli iscritti è già notevole, …

DECRETA
1 – E’ autorizzata l’apertura della scuola media Ebraica nei predetti locali di via Gombruti 19 per l’anno scolastico 1938 – 1939 per le classi del ginnasio e dell’Istituto Tecnico e Magistrale inferiore.
2 – La predetta autorizzazione è data in via d’esperimento e per il solo anno scolastico 1938 – 1939, con ogni riserva per quanto riguarda i locali, i quali dovranno essere cambiati perché siano idonei allo scopo dal punto di vista igienico e disciplinare, se si vorrà richiedere la riconferma per l’anno scolastico 1939 – 1940.

Bologna 16/12/1938 XVIII (Sic!).

Il Regio Provveditore agli Studi: Camillo Sgroi.

La lettera di ringraziamento in risposta del Presidente Gino Zabban, del 20/12/1938 è forse l’ultimo documento a firma sua presente nella Comunità di Bologna.
Il Consiglio si dimise e fu nominato un Commissario Prefettizio “ariano” nella persona di Gino Terenzi.
La domanda per l’anno successivo del 25 settembre 1939, XVII n. 244/1939, firmata dal Preside della scuola Ferruccio Pardo, dichiara che le tasse scolastiche erano e rimangono di £. 150 mensili per alunno, rispettivamente di £. 250 per gruppi di 2 e di £. 300 mensili per gruppi di 3 alunni appartenenti alla stessa famigli e quindi sorpassano sensibilmente qualsiasi tassa di scuola governativa.
La nota precisa anche che la Comunità ha l’intenzione di aggiungere una prima Liceo Classico, per gli alunni provenienti dalla quinta Ginnasiale e tutti i promossi, con votazioni lusinghiera, nella sessione estiva. I programmi sarebbero stati gli stessi delle scuole Governative, escludendo, per legge la cultura militare, e sostituendo la religione israelitica a quella cattolica.

Sotto la firma del Preside della scuola, Ferruccio Pardo, c’è il visto del Commissario Governativo: Gino Terenzi.

La lettera in oggetto, ipotizzava anche l’apertura di una prima classe d’Istituto Commerciale Superiore – Sezione Ragionieri -. L’ipotesi poi era stata depennata ed una nuova richiesta, successiva, ma registrata con pari data e pari numero di protocollo era stata nuovamente inoltrata al Provveditorato, a firma: il Preside facente funzione: Giulio Neppi.. Evidentemente in quel momento il Preside era assente. Infatti il Professor Pardo insegnava anche presso la Scuola Ebraica di Milano (matematica e fisica nei licei, analisi matematica nel biennio universitario) ed era periodicamente fuori sede. Dopo le dimissioni del Consiglio, il Preside della Scuola ebraica, insieme al Rabbino, sembrava aver assunto una visibilità particolare ed acquisito l’onore di essere sorvegliato e controllato in ogni suo spostamento.

Chi lo doveva controllare, però, se ne vergognava da morire e non lo nascondeva.

Questa scuola privata ha funzionato regolarmente per cinque anni.

Dagli iniziali 36, poi forse anche di più, il numero degli allievi è successivamente diminuito, per motivi diversi, soprattutto l’emigrazione. Mirella Zuckerman ricorda il nome di un suo compagno deportato : Paolo Dalla Volta. Anche altri allievi della scuola furono deportati oltre a lui, e fra loro Vanda e Vera Pinto, Angelo Cividalli.

I ricordi della scuola si ritrovano in tante altre lettere degli allievi ed anche nel volume di Giancarlo Sacerdoti : “Ricordi di un ebreo bolognese “.

Le scuole elementari, invece, erano obbligatorie e rimasero a carico dello stato, ma in ossequio all’ auspicata “difesa della razza italiana“ furono create delle scuole separate per Ebrei, in regime d’Apartheid.

Prima ci fu una scuola sezione distaccata dell’Elisabetta Sirani, in via Pietralata, con due pluriclassi. A ricoprire provvisoriamente queste due cattedre furono comandati, in applicazione dell’art.9 del R.D.L. 15.11.1938 N.1179, due dei quattro insegnanti elementari ebrei dispensati dal servizio il Maestro Giorgio Formiggini e la Maestra Iris Pardo Volli. La federazione fascista di Bologna aveva richiesto che questi due nuovi posti fossero messi a disposizione di insegnanti di provata fede italiana e fascista. E così agli atti del Provveditorato si è ritrovata una dichiarazione in tal senso di uno dei due docenti ebrei.

Quando il numero degli allievi si ridusse, la scuola, ridotta ad una sola pluriclasse, fu trasferita in via Zamboni 2, al secondo piano in una sola aula pluriclasse, con la maestra Pardo ed una bidella.

L’Ispettrice didattica, Professoressa Barbolini, non mancava mai di visitare questa che era la più piccola ed a lei la più cara delle sue scuole.

Quando si recava a tenere lezione all’Università, si fermava sempre a salutare, uno per uno, i bambini che conosceva per nome.

[1] Ferruccio Pardo , (preside, matematica e fisica), Giulio Neppi (v.preside, lettere), Ezio Bolaffi (lettere), Anita Osima (francese), Bice Corinaldi (francese), Elena Basilea (matematica), Sandra Basilea (lettere), Olga Finzi Masetti (lettere), Emma Sinigaglia (matematica), Fausta Milla (scienze), Gina Levi (matematica). Più tardi si aggiunsero Loris Golstaub (disegno) ed Ubaldo Lopes Pegna (storia e filosofia)