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Se il figlio maschio è il primogenito della coppia, nel trentunesimo giorno dopo la nascita si svolge un rito, noto come Pidyon haben (riscatto del primogenito). Il rito risale ai tempi in cui il primogenito doveva essere consacrato a Dio e svolgere il suo servizio nel Tempo di Gerusalemme. Il padre “riscatta” il figlio consegnando cinque monete a un Kohen, cioè a un discendente di una famiglia sacerdotale.

La nascita di un figlio maschio è seguita dal rito di Brit Milah (circoncisione). Il rito risale ai tempi di Abramo, al quale, come segno della sua alleanza con Dio, fu ordinato di circoncidere se stesso e i suoi figli Ismaele e Isacco.

Il Bar-Mitzvah (alle lettera, “figlio del comandamento”) e il Bat-Mitzvah (“figlia del comandamento”) si verificano quando i ragazzi ebrei raggiungono l’età matura. Secondo la tradizione religiosa, le ragazze raggiungono l’età della responsabilità a 12 anni mentre i ragazzi a 13.

“Non è bene che l’uomo sia solo” (Genesi 2,18). Questa considerazione, fatta da Dio circa il primo uomo nel libro della Genesi, riflette la convinzione ebraica che, idealmente, ogni uomo e ogni donna dovrebbe trovare un partner e sposarsi.

 

Dato che l’Ebraismo rispetta tutte le società che si comportano in un modo moralmente corretto, è lungi da esso spingere le persone a convertirsi.


Il matrimonio ebraico non è un sacramento indissolubile, ma piuttosto un contratto che per una serie di ragioni può venire meno.

L’Ebraismo crede all’esistenza di una vita nell’aldilà, l’Olam habah, “il mondo che viene”, e al giudizio, alla ricompensa nei cieli e alla punizione divina. Il termine Olam habah è anche usato nella tradizione ebraica per far riferimento ad un’era futura nella quale quanti si sono comportati in modo giusto saranno riportati in vita in un mondo perfetto.