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La parola “Torah” significa “insegnamento” in ebraico e disegna il Pentateuco, cioè i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.

Ci sono 5.888 versi e 79.976 parole nella Torah. Secondo la tradizione, la Torah è stata data al popolo d’Israele sul Monte Sinai. Contiene le leggi e i comandamenti insieme con la storia d’Israele dalla creazione del mondo fino alla morte di Mosè, prima dell’ingresso del popolo d’Israele in Terra Promessa.
Il primo libro, la Genesi (Bereshit: "In principio..."), racconta la storia dell’Uomo, dalla creazione alla vita di Giuseppe e il suo soggiorno in Egitto. Il secondo libro, l’Esodo (Shemot: "Nomi"), racconta la schiavitù del popolo d’Israele e la sua uscita d’Egitto. Il terzo libro, il Levitico (Vayikra: "Ed egli chiamò..."), tratta del culto. Il quarto libro, i Numeri (Bamidbar: “Nel deserto”), racconta la storia delle prove e delle rivolte degli Ebrei nel deserto. Il quinto libro, il Deuteronomio (devarim: “Parole”), riassume le leggi ebraiche e presente le ultime raccomandazioni di Mosè che muore prima dell’ingresso degli Ebrei in Terra promessa.
Secondo André Chouraqui, “il messaggio centrale della Torah risiede nel monoteismo etico che gli Ebrei furono i primi a divulgare. L’adorazione di un Dio unico, giusto, invisibile, creatore del cielo e della terra, implicava il rifiuto da parte dei Benéi (figli) d’Israele, di tutti gli idoli adorati dalle nazioni, di qualsiasi forma di paganesimo”. Lo studio della Torah è un obbligo religioso: il suo contenuto e la sua esegesi fanno parte dei fondamenti del giudaismo.
La Torah è scritta a mano su una lunga pergamena attaccata di seguito su due aste di legno provviste di manici. I rotoli della Torah (o “Séfèr Torah” in ebraico) sono dopo ricoperti di un tessuto in velluto (nella tradizione ashkenazita) o rinchiusi in un cofanetto con due porte (nella tradizione sefardita). In cima alle aste sono attaccati ornamenti metallici (“rimonim”) che sono circondati da una corona (“kètèr”). Ci si attacca anche la “mano” (“yad”) che serve di indice per leggere il testo. La Torah è letta alla sinagoga il lunedì, il giovedì, lo Shabbat, i giorni di festa, il primo giorno del mese e i giorni di digiuno.
L’insieme della Torah viene letto in un anno, il ciclo finisce e ricomincia durante la festa di Simhat Torah. Ogni volta che la lettura della Torah ha luogo nella sinagoga, i fedeli si tengono in piedi mentre vengono usciti i rotoli dall’Arca e vengono portati in processione prima di venire alla Teba (scrivania) per la lettura. Dei fedeli sono chiamati individualmente a “salire alla Torah” (“aliya”), cioè per affermare che il testo letto è frutto della Rivelazione divina. Una volta finita la lettura, vengono rivestiti i rotoli e viene fatta una nuova processione prima di rimettere la Torah nell’Arca.

Fonte: CICAD