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Di Rav Alberto Sermoneta

L'ora della Neilà è diversa da tutti gli altri momenti del nostro tempo; persino quelle cose che sembrano impossibili, durante l'ora della Neilà, tutta miracolosamente sembra tornare ad essere possibile e manifesto.

 

I nostri Maestri insegnano che durante questo momento del giorno del Kippur, tutti i mondi si elevano verso una sfera eccelsa chiamata KETER ed in questo momento è possibile chiedere ed ottenere ciò che è sempre impossibile.
A cosa si può paragonare questa cosa?
Racconta un Midrash, di un re che aveva un unico figlio che amava in modo incredibile e che aveva avuto quasi miracolosamente.
Il ragazzo si ammalò di una grave malattia ed il re si rivolse ai migliori medici per farlo curare, ma nessuno di essi riuscì a farlo star meglio, anzi decretarono che di lì a poco il ragazzo sarebbe morto.
Il re disperato chiese che si tentasse il tutto per tutto e mise a disposizione dei medici, la pietra più preziosa della sua corona, per acquistare un medicinale che lo guarisse.
La medicina fu trovata ma il ragazzo non ne volle sapere di mandarla giù. Il re disperato lo supplicò di berla perché ne sarebbe bastata una sola goccia per farlo star meglio, non ci riuscì perché il ragazzo non volle aprire la bocca.
Così avviene per noi Ebrei, in questo sacro momento, stanchi dopo aver pregato e digiunato, non abbiamo più nemmeno la forza per aprire ancora una volta la nostra bocca.
La preghiera di Ne'ilà corrisponde ad uno dei più importanti attributi divini – il Keter – la Corona Magistrale di D, il Quale nella Sua infinita bontà cerca in tutti i modi di farci assaporare questo grande bene.
Dobbiamo sapere che la parte fondamentale di questa preghiera è la ripetizione ad alta voce della 'Amidà, perché in essa recitiamo per sette volte gli Shelosh 'esrè middot, in cui si proclama la benevolenza divina nel perdonare ed essere clemente nei confronti del popolo di Israele.
Sostengono i Maestri di Israele che con i tredici articoli di fede, viene stipulato un patto fra D. e il popolo ebraico e questo patto si rinnova ogni volta in cui vengono proclamati i tredici articoli di fede; figuriamoci in questo momento chiamato 'et razzon tempo della volontà Divina.
Dunque se è così, facciamo ancora un ultimo sforzo, rafforziamoci come leoni per servire il nostro D. e per servirlo con gioia e Lui sicuramente salverà il Suo popolo.
Rabbì Moshe Chaim Luzzatto RAMCHAL, sostiene che durante la Tefillà di Ne'ilà, l'uomo può arrivare ad una dimensione primordiale che è quella in cui si trovava il primo uomo creato Adam- prima della colpa di aver mangiato il frutto dell'albero proibito.
Da Rosh ha shanà a Jom Kippur, considerati giorni di misericordia Divina, il mondo ritorna alle sue origini: ha jom harat 'olam – oggi è nato il mondo; ed il mondo è stato creato con bontà (tehillim 89) questo attributo divino (chased) è fondamentale a noi uomini è quello che ci da la possibilità di fare Teshuvà, poiché Iddio ci dà la facoltà attraverso la teshuvà, di ritornare a rinnovarci e ad allontanarci dalla colpa.
Allo stesso modo i Maestri cercano di spiegare il concetto di morte, la quale, dopo il distacco del corpo dall'anima, ritorna nella condizione della sua creazione e l'espressione biblica “poiché sei polvere ed alla polvere tornerai” non deve essere considerata una maledizione ma una profezia a ciò che è il destino di ogni uomo nel momento della sua dipartita da questo mondo.
Tutto ritorna alla sua origine e attraverso questo passaggio, noi ogni volta ci rinnoviamo, tornando ad essere nella condizione originaria.
Allora cari amici, cerchiamo di fare ancore quest'ultimo sforzo, per far sì che il Signore Iddio, ascolti le nostre preghiere e ci riporti a quella purezza d'animo, come nel sacro momento in cui fu creato l'uomo ad immagine e somiglianza divina.