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Di Rav Alberto Sermoneta

La parashà di questo shabbat, ci narra di Balak re di Moav che, impaurito dalle guerre sostenute e vinte da Israele contro altri popoli, chiama Bilam- famoso e temuto profeta - stregone per maledire il popolo di Israele e per farsi fare profezie riguardo il futuro del suo popolo e di quello ebraico.
Sappiamo dal racconto biblico che nulla potè contro Israele poiché il popolo è costantemente protetto dal Signore Iddio: “lo taor et ha am ki barukh hu – non maledirai il popolo perché esso è benedetto”. Su tutto ciò che è benedetto a priori, la maledizione non ha effetto.
Ci troviamo davanti a due personaggi temutissimi dell’epoca: Mosè, profeta e Maestro del popolo ebraico e Bilam, profeta e stregone del culto pagano. Quali sono le sostanziali differenze fra i due personaggi?


Di Rav Alberto Sermoneta

Nella parasha' di Balak che leggeremo questo shabbat, la Tora' ci narra che Balak, re di Moav - una delle nazioni più' temute del mondo dell'epoca - non riuscendo a sconfiggere il popolo ebraico con le armi, tenta un'altra strategia.
Chiama un famoso stregone, Bilam, per maledire Israele, ma nell'intento di formulare delle frasi di maledizione, pronuncia benedizioni e frasi augurali al popolo.
Una delle espressioni divine a Bilam che si accinge ad eseguire la volontà del re Balak è quella che suona con le parole: "non maledirai il popolo poiché esso è benedetto".


Di Rav Alberto Sermoneta

Balak è il re di Moav, popolazione che aveva passivamente assistito alla vittoria del popolo ebraico contro i popoli che lo avevano attaccato durante i quaranta anni di peregrinazione nel deserto.
La "malattia" di cui Balak soffriva, non era quella di trovarsi al cospetto di un popolo particolarmente forte militarmente, quanto quella di vedere una popolazione unita e compatta.
Nei capitoli della Torà che seguiranno, il Signore, mette sempre in guardia il popolo per i tempi futuri, dicendogli di essere sempre unito, soprattutto nei periodi difficili.