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Di Rav Alberto Sermoneta

" Jehudà, te loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi nemici, si inchineranno ai figli di tuo padre" (Genesi 48;8). 

 

La parte fondamentale della parashà con cui si conclude il libro di Bereshit, è la "benedizione" o "profezia" che Giacobbe prima di morire, rivolge a suoi figli.
Dopo aver fortemente redarguito e ammonito Reuven, Shim'on e Levì per il comportamento scorretto, si rivolge a Jehudà con parole di incoraggiamento e lode. 
In effetti Jehudà è l'unico dei figli di Giacobbe che ad oggi è resistito, dando il nome ai figli del nostro popolo: Jehudim. 
Jehudim sono tutti coloro che dalla deportazione in Babilonia al ritorno in Israele, fino ai giorni nostri, hanno mantenuto vivo il ricordo di Giacobbe - Israel, osservando i suoi principi, ribaditi in seguito dalla Torà. 

Due sono i concetti fondamentali della nostra appartenenza:

  • · Tutti coloro che appartengono al popolo ebraico, sia dalla nascita che per aver abbracciato l'ebraismo attraverso il ghiur, sono Jehudim; senza alcuna graduatoria. Non esistono Jehudim più o meno importanti. 
  • · Essere Jehudim significa riconoscere il proprio fratello appartenente al proprio popolo attraverso due cose fondamentali: 
     Shalom – Pace: fra ebrei non deve esserci né guerra né odio. 
    Todà -  Riconoscenza e Ringraziamento: è fondamentale essere riconoscenti al nostro fratello ebreo per il suo operato e ringraziarlo per ciò che fa per l'ebraismo. Il termine stesso "todà" deriva dal nome Jehudà. 

"Jehudà attà jodukha achekha - Jehudà, te loderanno (ringrazieranno) i tuoi fratelli
Ogni ebreo è degno di lode e ringraziamento. Non facendo così D-o non voglia, infrangeremmo oltre che un fondamento dei patriarchi, anche il cardine dell'ebraismo, provocando un grave danno al nostro popolo. 

Shabbat Shalom