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Di Marco Del Monte

Nella Parashà della settimana si parla della costruzione del Mishkan e tra i molti oggetti che costituivano il Tabernacolo troviamo il Kior, il lavabo.

 

Kadosh Baruch Hu ordina di costruire il lavabo con un materiale particolare: gli specchi di rame che le donne ebree usarono in Egitto. Moshè si domanda come sia possibile utilizzare uno strumento usato per la bellezza, per adornarsi, quasi come se fosse uno strumento per istigare l’istinto; come poter usare un oggetto del genere per realizzare una parte di Santuario adibita al lavaggio, alla purificazione e alla preparazione del Servizio Sacro? Meravigliosa la risposta che Hashem darà a Moshè: “Non disprezzare gli specchi” lo corresse Hashem. “Grazie a questo oggetto, in Egitto i figli d’Israel si sono moltiplicati. Le donne ebree li hanno utilizzati Leshem Shamaym (in nome del Cielo), per rendersi belle e continuare ad avere figli a dispetto dell’oppressione egiziana” (Il Midrash Racconta, Shemot parte II pag 182). Il popolo sopravvisse proprio grazie a quegli specchi. Un'altra donna salvò il popolo dall’estinzione, Miriam sorella di Moshè. Sotto il decreto del Faraone, di messa a morte dei figli maschi, il padre di Miriam, Amram, si distaccò dalla moglie Yocheved per paura di generare figli maschi e condannarli automaticamente ad un triste destino: “Il tuo decreto è più crudele di quello del Faraone!”. Puntualizzò Miriam al padre: “Il Faraone condanna solo i maschi invece tu metti a morte anche le donne!”. Fu così che nacque poi il salvatore Moshè, e come andò a finire lo sappiamo tutti. La donna nel Talmud è chiamata Bait, casa. Ogni giorno si celebra la donna, ancor di più nello Shabbat quando introduciamo il Kiddush con il brano Eshet Chayl, la Donna di Valore. Non a caso questo Shabbat leggeremo anche la Parashà del mezzo siclo. Credo che anche questo possa rappresentare la figura femminile, quel mezzo siclo che completa il mezzo siclo maschile, così come secondo la Kabbalà esiste un equilibrio tra il concetto di Nukba e Duchra, tra maschile e femminile. La donna, come madre, amica, figlia, sorella, sposa, rappresenta quello specchio di rame che riflette noi stessi, quella ricerca di quel mezzo siclo che ci rende completi; Non a caso nel Talmud si nomina “Bat Kol” (La figlia della voce), la voce profetica che viene a darci indicazioni dal cielo, proclamando la Volontà Divina. La presenza Divina stessa viene chiamata al femminile, La Shechinà! Nell’ebraismo non una sola giornata è dedicata alla donna ma ogni giorno!
In tutto ciò permettetemi un pensiero attuale a quei mezzi sicli rubati brutalmente, a quei specchi di rame che ogni giorno vengono infranti nell’anima, a quelle Bat Kol che gridano di essere riportate in libertà, ogni giorno il nostro pensiero ed il nostro cuore è con voi, Kadosh Baruch Hu vi mandi tutta la forza necessaria, quella che già avete nel profondo della vostra anima, e come scriveva Rabbì Nachman in forma allegorica, “La Principessa Smarrita e imprigionata verrà liberata!”

#BringthemHomeNowAlive #Am Israel Chay