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Di Marco Del Monte

Nella Parashà della settimana si parla dell’inaugurazione del Mishkan. Hashem ordina a Mosè di erigere il Mishkan proprio nel primo di Nissan.

In realtà ci dice il Midrash (Pesikta Rabbati parasha vav) che già molto prima di questa data ogni parte del Mishkan e dei suoi oggetti era già completata. La data nella quale fu completato il tutto, ci indica il Midrash che era quella del 25 di Kislev, la data in cui avverrà, nel futuro, l’evento di Chanukkà. Spiega Rav Yoram Abargel ZZ”L nel suo libro Imrè Noam, che Hashem voleva erigere il Mishkan nel mese di Nissan per unire la gioia della sua inaugurazione con il mese della nascita di Itzchak e con il mese dell’uscita dall’Egitto. Inoltre, Rav Abargel ci riporta anche una parte del commento di Rashì legata all’evento della costruzione del Mishkan: “Poiché Mosè non aveva fatto alcun lavoro nella costruzione del Tabernacolo, il Santo Benedetto lasciò a lui il compito di montarlo, giacché nessuno era capace di erigerlo a causa del gran peso delle assi che nessuna forza umana era capace di erigere, mentre Mosè ci riuscì. Disse Mosè al Santo Benedetto: “Come è possibile montarlo con degli uomini?”. Gli rispose il Signore: “Occupatene tu con le tue mani”. Sembrava che fosse Mosè a montarlo ma era il Tabernacolo stesso che si reggeva in piedi e si montava da solo; Per questo nel testo è scritto: “Fu eretto il Tabernacolo”, cioè si ergeva da solo”. Cosa hanno in comune questi elementi presentati sopra, cioè l’inaugurazione del Mishkan, la data di Kislev, il mese di nascita di Itzchak, il mese dell’uscita dall’Egitto e il fatto che il Mishkan non si costruì fintanto che Mosè non partecipò attivamente ed anche miracolosamente? La chiave che racchiude tutto è la Mesirut Nefesh. Difficile tradurlo in italiano: il concetto è quello di donare tutto noi stessi per Hashem. Potremmo azzardare a tradurre il termine come “spirito di sacrificio”, “devozione assoluta”. Nella vita quotidiana ci troviamo numerose volte a scegliere tra Hashem e noi stessi: Vado a lezione di Torà o esco per lo shopping? Dedico il tempo alla preghiera oppure preferisco vedere la tv? Mangio in qualsiasi posto io voglia oppure solo in posti Kasher? E così innumerevoli esempi di quanto siamo messi costantemente di fronte a scelte che implicano il rinunciare un po’ a noi stessi per Hashem, mettendolo al primo posto. Questo era Itzchak, e questo era anche Moshè: Pronti entrambi a dedicarsi totalmente ad Hashem. Nella Chassidut esistono due tipi di movimenti spirituali: “Itaruta deletata” ed “Itaruta deleila” cioè il risveglio che parte dal basso ed il risveglio che parte dall’alto. Questi due movimenti sono collegati tra loro. Quando una persona si sforza “dal basso” per compiere la volontà di Hashem anche Hashem fa girare il Mondo intero in maniera differente, muovendolo dall’alto. A volte non si riesce a compiere il primo passo, allora Hashem ci aiuta iniziando Lui il movimento dall’Alto: In Egitto, per esempio, assistiamo ad un atto iniziato con la manifestazione della potenza di D.o. Nel caso di Isacco e di Mosè si assiste, in modo assoluto, ad una completa dedizione ed abnegazione umana che causerà più volte manifestazioni Divine miracolose, come spiega Rabbì Naria nel suo libro Nar Lemaor. Quando Hashem vede la nostra volontà di porlo davanti a tutto e tutti, proprio lì iniziano i Miracoli: Quello della costruzione di un Mishkan impossibile da erigere con la sola forza umana; Quello di Chanukkà dove anche i pochi vincono i molti; Quello dove un uomo e sua moglie anziani, Avraham e Sarà, non possono generare secondo le leggi naturali un figlio, ecco proprio quando tutto intorno a noi sembra dirci che è impossibile che qualcosa avvenga, proprio lì interviene Kadosh Baruch Hu mandando i suoi più grandi Miracoli!

Shabbat Shalom Umevorach