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Di Rav Alberto Sermoneta

"Cakh lekhà eghel ben bakar le chattat - prendi per te (per il tuo bene) un vitello fra il bestiame come chattat - espiazione di colpe", è l’ordine impartito nelle prime righe con cui comincia la cerimonia dell’inaugurazione del Mishkan - il Tabernacolo mobile del deserto, che doveva svolgersi in dodici giorni, un giorno per ogni tribù. Il Chafetz Chaim (Rabbì Israel Meir ha Cohen z. z. l) riporta una spiegazione del sifrà: "Disse Mosè ad Aaron: “Aaron fratello mio, nonostante il Signore ha perdonato le tue colpe, (l'eghel simboleggia il vitello d'oro) tu devi tappare la bocca del Satàn (l'angelo predisposto da D-o come accusatore), manda qualcosa che preceda il tuo cammino, prima che egli scateni la sua collera contro di te, quando tu accederai al Kodesh ha Kodashim.
Secondo il Maestro , l’invio di un dono, può essere paragonato a quello che si trova nella parashà di Acharé mot, in cui è spiegata la cerimonia che si svolgeva di Yom Kippur nel Tempio. Il Cohen infatti prendeva due capri; il primo veniva immolato come offerta al Signore, l'altro, dopo aver preso su di se tutte le colpe del popolo, veniva dato in pasto ad Azazel, per far sì che non disturbasse la cerimonia del giorno più sacro dell'anno.
L'origine di ciò si trova nel libro di Bereshit, parashà di Vaiggash, in cui viene narrato l'incontro fra Giacobbe ed Esaù.
Giacobbe invia dei doni al suo gemello, dicendo: "espierò le mie colpe davanti a lui, attraverso i doni che sto inviandogli prima di incontrarlo".
Colui che cerca di farci del male non lo si combatte soltanto tentando di distruggerlo, bensì togliendogli quella possibilità, facendo sì che non possa attaccarci perché impegnato in altre cose.

Shabbat shalom