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Di Rav Alberto Sermoneta

Questo shabbat leggeremo due parashot: Tazri'a e Mezzorà.
La prima inizia con le mizvot che riguardano la nascita del genere umano: maschio e femmina e continua, insieme all'altra con le piaghe che possono essere la sua punizione se ci si comporta male.

Nel midrash rabbà ci si interroga sul perché, dato che l'Uomo è considerato l'orgoglio della Creazione, la Torà si occupi prima delle regole che riguardano gli animali (la scorsa settimana, leggendo la parashà di sheminì si è legiferato sugli animali puri e impuri) e soltanto dopo ci si occupa degli uomini e delle loro azioni.
A questo risponde Rashi dicendo che la Torà non si allontana mai dall'ordine cronologico della Creazione: nei primi cinque giorni vengono creati tutti gli esseri viventi - pesci, volatili e terrestri - soltanto al sesto giorno, proprio alla fine di tutto il creato viene fatto l'uomo.
Un midrash racconta che il motivo per cui l'uomo è stato creato per ultimo è che esso è considerato l'essere perfetto da cui attingere esempio, viceversa, se questo si comporta male anche il più piccolo degli insetti può insultarlo e disprezzarlo dicendogli che è l'ultimo (sotto tutti i sensi) degli esseri viventi.
Questo shabbat leggeremo il secondo capitolo dei Pirké avot - le Massime dei Padri.
Il primo paragrafo riguarda proprio il comportamento dell'uomo e dice:
"Ribbì (rabbì Yehudà il principe) dice:   quale è la retta via che l'uomo deve scegliere? Quella che conferisca onore a chi la persegue e gli procuri onore anche da parte degli uomini. Stai bene attento ai precetti facili come a quelle che nel loro adempimento richiedono un maggiore impegno".
Questa massima è fortemente legata a ciò che i nostri Maestri insegnano a proposito delle nostre due parashot. L'uomo che alla sua nascita è considerato un essere
perfetto, in grado di stipulare un patto con D-o - la circoncisione, attraverso il comportamento tenuto durante la sua vita può essere da esempio positivo o degno di disprezzo persino da parte degli animali. 

Shabbat shalom