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Di Rav Alberto Sermoneta

"zot tihjé torat ha metzora' bejom tahoratò - questa è la legge del malato di tzara'at nel giorno della sua purificazione" (Vaykrà 14;2)

La parashà di Metzora' che leggeremo questo Shabbat è chiamata anche "taharot - purità" in quanto, si tratta in essa dei modi di purificazione che dovevano essere eseguiti, nei casi citati dalla parashà precedente: Tazri'a. Per tornare alla comune vita sociale, colui o colei che se ne erano allontanati a causa di un evento - tzara'at o niddà oppure alcuni tipi di malattie maschili - essi dovevano offrire alcuni qorbanot e, oltre che riappacificarsi con se stessi (attraverso l'isolamento), dovevano trovare un'armonia di vita, anche con la società che li circondava e con il sistema religioso.
Questo Shabbat è l'ultimo prima della festa di Pesach che è considerata l'inizio della nostra storia, ed è conosciuto con L’appellativo di "Shabbat ha gadol". Il motivo di questo appellativo "ha gadol" lo si ritrova nel "grande" gesto di coraggio che gli ebrei, nonostante la schiavitù egizia che aveva tentato di togliere loro la dignita, oltre che umana anche ebraica, riuscirono a manifestare agli egiziani. Seconp l'ordine divino, presero un capretto, considerato animale sacro dagli egiziani e custodendolo per quattro giorni, lo immolarono davanti agli occhi sbigottiti degli egiziani, che però non ebbero la forza di ribellarsi a questo gesto considerato per loro estremamente sacrilego.
Molte volte nella vita, bisogna dare prova di coraggio, facendo cose anche non condivose da tutti, per conquistare stima e dignità; gli ebrei che per quattrocentotrenta anni erano stati umiliati da un regno senza rispetto per le vite altrui, si riscattavano con un gesto clamoroso, per dimostrare al mondo la loro esistenza e individualità.
Per essere un popolo conosciuto e considerato, bisogna far sentire la propria voce e non tacere davanti alle peggiori umiliazioni, come la schiavitù e la negazione dei propri diritti.
Il malato di tzara'at era additato per il suo cattivo comportamento sociale e, attraverso l'isolamento e soprattutto la riconciliazione con se stesso prima e con gli altri in seguito, tornava sulla scena del "mondo" con dignità, rispetto e considerazione.
Nasceva quindi una nuova identità, il popolo ebraico che, dopo tanti secoli di allontanamento dalla scena sociale, tornava a splendere fra i popoli della terra con tutti gli onori, pronto a ricevere una legge - evento più unico che raro per il mondo dell'epoca - che lo avrebbe incoronato "mamlekhet kohanim ve goi kadosh - reame di sacerdoti e popolo santo". (Shemòt 19;6)
"Bet Ya'aqov me'am lo'ez - la Casa di Giacobbe da un popolo barbaro" (Salmi 114;1)
Shabbat Shalom